sabato 22 giugno 2013

Illustrazione Scolastica, questa sconosciuta



Illustrazioni tratte da: Sulla via dell'ABC - Mario Mazza
Ed. La scuola, Brescia 


Nel corso dell’anno, l’attività professionale che mi occupa la maggior parte del tempo è l’Illustrazione per l’Editoria Scolastica. 
Un filone assai discusso, anche da gran parte degli stessi illustratori, quasi fosse necessariamente un’occupazione di serie B rispetto alla creazione di albi illustrati. 

È indubbio che si tratti di un settore differente, la cui importanza, però, meriterebbe di essere sottolineata con maggiore rispetto, sia da parte degli Editori che degli Illustratori, anche solo per il fatto che i libri scolastici sono sotto gli occhi dei nostri bambini sin dalla tenera età: da diversi anni, infatti, persino la Scuola dell’Infanzia propone veri e propri Album Operativi in sostituzione alle vecchie “schede” spesso disegnate e fotocopiate dagli stessi insegnanti. Ho scoperto da poco che esiste addirittura un nuovo filone di testi propedeutici rivolti ai piccolissimi utenti degli asili nido. Senza pensare che si possa arrivare ai... testi prenatali, credo comunque che l'Editoria Scolastica dovrebbe essere un canale privilegiato per trasmettere ai piccoli lettori le nozioni del "bello" anche sui banchi di scuola in cui trascorrono gran parte delle loro giornate. Molti bambini e ragazzi, purtroppo, conoscono l’illustrazione solo attraverso i testi scolastici, poiché non tutte le famiglie hanno l’attenzione di proporre loro altri libri illustrati.

Sfogliando negli ultimi anni i libri di testo dei miei figli, ho spesso notato una trascuratezza, una vera e propria sciatteria nella scelta delle numerosissime immagini; mi sono sempre chiesta il perché, finché non mi sono trovata a fare parte degli... addetti al lavoro e le mie riflessioni hanno assunto maggiore concretezza.



Lo scopo dell'Illustrazione Scolastica è abbastanza scontato, tuttavia ne ricordo qui gli aspetti principali.

Anzitutto, la memoria visiva è fondamentale, soprattutto nei primi anni di vita, per consolidare nella mente anche concetti astratti. La memoria visiva incide infatti sui nostri ricordi per oltre l'80%: le immagini restano impresse assai più delle nozioni ascoltate o lette. Ecco dunque che un'immagine a fianco del testo aiuta a memorizzare il testo stesso: è capitato a tutti di ricordare ancora oggi un brano studiato molti anni or sono proprio grazie a una "figura" di cui abbiamo ancora presenti i particolari e la posizione nella pagina.

In altri casi l'immagine è in sé necessaria proprio al fine della comprensione del testo: accade in particolare con le illustrazioni a corredo dei testi delle discipline d'area scientifica (matematica, geometria, scienze, geografia...): che forma ha un triangolo isoscele? Come è fatto l'apparato respiratorio? Come si rifrange la luce attraverso una lente? Come è strutturata una dorsale oceanica? Far proprie queste nozioni basandosi unicamente sul testo scritto sarebbe estremamente più faticoso per gli studenti di ogni grado d'istruzione, tant'è che anche nei saggi universitari l'illustrazione ha tuttora un'efficacia assai rilevante.

1. Illustrazione per Manuale di Discipline Scientifiche, Scuola Secondaria I Grado
2. Illustrazione per Manuale di Discipline Scientifiche, Scuola Secondaria I Grado


Ancora, l'illustrazione può essere essa stessa "esercizio", parte integrante della didattica scritta, come nel caso degli esercizi di varie discipline, dalla fonetica all'aritmetica:


3. Visualizzazione del segno "maggiore di".
4. Quanto fa?


In alcuni casi, come in molti albi illustrati, anche nei manuali scolastici il testo o l'esercizio sono inseriti nell'illustrazione stessa che ne diviene contesto, oltre che semplice contenitore:


5. Esercizi sulle quantità per la Prima Classe Primaria.


Avvicinandomi personalmente all'Editoria Scolastica ho scoperto come, almeno in Italia, esistano dei parametri piuttosto rigidi. Inizialmente, osservando alcuni disegni tracciati in modo davvero sommario, mi ero fatta l'idea che il "problema" principale fosse semplicemente la qualità dell'immagine dovuta al grado di abilità - o meno - dell'illustratore. Non pensavo vi fossero molti limiti di stile e di tecnica. In realtà la questione è assai più complessa e le richieste da parte degli Editori sono molto precise per questioni che hanno a che fare principalmente con la didattica, ma non solo...

Soprattutto per la Scuola dell'Infanzia, le caratteristiche del disegno devono rispondere a determinati parametri che indubbiamente condizionano anche il nostro stile personale. 
Di seguito le linee-guida che ho riscontrato lavorando per questo target con diversi Editori.

Le scene illustrate, quasi sempre su fondo bianco o - se richiesto - appena accennato, devono necessariamente contenere un numero molto limitato di elementi, i soli necessari a descrivere l'azione. I personaggi (e anche gli oggetti) devono nel limite del possibile vedersi interamente e non sovrapporsi l'uno all'altro. Ancora, i personaggi devono essere posti quasi del tutto frontalmente, prestando attenzione che gli arti stessi non si sovrappongano al busto o tra loro. È evidente come lo schema compositivo che ne risulta sia piuttosto statico.

Anche i lineamenti dei personaggi non sono sempre lasciati alla libera interpretazione dell'illustratore: capita che vengano fornite precise indicazioni su proporzioni ed elementi stilistici.
La tavolozza varia da Editore a Editore: alcuni pongono limitazioni più ferree (solo colori primari + verde, arancio, rosa; marrone solo per gli elementi naturali che lo richiedono), altri lasciano maggiore libertà all'illustratore.

La motivazione apportata dagli Editori rispetto a tali scelte è principalmente la leggibilità delle immagini da parte dei bambini: in pratica si tende a disegnare come si suppone farebbero i piccoli stessi. Personalmente non condivido totalmente questa linea di pensiero, ritenendo per esperienza che i bambini - anche piccoli - siano in grado di cogliere aspetti più complessi di quanto noi adulti crediamo: un bambino di quattro-cinque anni riesce a mio parere a distinguere e a riprodurre, per fare un esempio, il significato formale di una figura o di un animale in movimento con gambe/zampe che si incrociano o parti sovrapposte:

Disegno dell'Autrice - 5 anni

Anche la tavolozza utilizzata dai piccoli mi sembra estremamente varia, non limitandosi necessariamente ai colori primari:

Disegno di Laura, 4 anni

Per quanto riguarda la Scuola Primaria le limitazioni a livello compositivo sono inferiori, ma permane una generale richiesta di uniformità di stile e di tecnica.

Per la Scuola Secondaria ho notato la tendenza alla schematizzazione, fino a giungere ad uno stile grafico che sarebbe apprezzabile, per l'immediata leggibilità, se non arrivasse in talune pubblicazioni davvero ai limiti dello scarno:



La tecnica è un elemento che accomuna ormai l'Illustrazione Scolastica di tutti i gradi: possiamo affermare che le tecniche digitali siano utilizzate nella quasi totalità delle pubblicazioni italiane del settore. In questo caso credo che la scelta non sia esclusivamente editoriale: in un campo in cui le "correzioni" sono relativamente frequenti (le illustrazioni sono sottoposte a diversi "giri" di approvazione - dalla redazione all'eventuale commissione pedagogica), è ovvio che si privilegi una tecnica in cui sia meno invasivo e più rapido apportare modifiche.

6. Manuale di Lingua Inglese - Scuola Primaria

I compensi sono relativamente uniformi e variano sostanzialmente aumentando per grado di istruzione, più che da Editore a Editore.
Un lato molto positivo di questo settore della nostra professione è che consente una relativa continuità e la possibilità di una programmazione almeno stagionale.
Vissuta con dedizione e un minimo di passione, è un'attività al contempo divertente e arricchente, offrendo la possibilità di approfondire svariati argomenti.

In realtà è un campo professionale impegnativo che necessita, da parte dell'illustratore, molta elasticità e disponibilità ad adattarsi. 
Proprio perché, come scrivevo all'inizio, ritengo che l'Editoria Scolastica sia però a tutti gli effetti una via di trasmissione privilegiata non solo del sapere, ma anche dell'educazione alla bellezza, la mia riflessione è volta:
-  a comprendere, sondando se vi fa piacere anche il vostro pensiero a riguardo, fino a che punto sia impossibile, da parte degli Editori "osare" qualcosa in più a livello stilistico, avvicinandosi maggiormente al panorama contemporaneo dell'Illustrazione dell'Infanzia pur mantenendo le imprescindibili finalità didattiche e le relative caratteristiche di leggibilità;
- a valutare quale sia il limite "etico" nell'indicazione (che in taluni casi rasenta l'imposizione) di elementi stilistici magari in contrasto con la personalità dell'artista cui viene affidata l'esecuzione;
- a cogliere, infine, il rischio di un vero e proprio appiattimento dell'offerta, irrigidita su schemi uniformi che forse varrebbe la pena provare a variare.

Illustrazione di Massimiliano Longo per Editoria Scolastica
Illustrazione di Paolo Domeniconi
Illustrazioni di Silvia Raga per la Scuola dell'Infanzia
Illustrazioni di Anne Crausaz (particolari)

Vi lascio dunque con questi quesiti e con le fresche immagini qui sopra, sperando che anche qualche Insegnante ed Editore vogliano donarci la loro preziosa opinione!


(Illustrazioni numerate da 1 a 6: 
M.E. Gonano per 
Zanichelli, Giunti Scuola, Raffaello Editrice.
TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI).


5 commenti:

  1. interessante questa tua analisi e sono d'accordo- Ho fatto lavori per la scolastica con editrice La Scuola per alcuni anni e confermo che la richiesta grafica è molto scarna e rigida. Pur amando anche io il settore scolastico, non condivido come in Italia viene pensato e voluto e purtroppo i mi sono dovuta adattare pure io alla richiesta cercando di limitare i danni--Un settore penalizzato dalla fretta e dalla poca cultura artistica ( incredibile ma vero, l'Italia è così a mio avviso)

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    1. Ti ringrazio per questa conferma alle mie sensazioni; certo il panorama non è dei più esaltanti.
      Quanto dipende da noi e dalla nostra capacità (o "caparpietà") nel proporre? Difficile dirlo...
      Una cosa è sicura: esiste un LIMITE oltre il quale "adeguarsi" - rinunciando a personalità e qualità - non è più corretto professionalmente, e spetta a noi, personalmente, individuarlo e rispettarlo.

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    2. si certo in italia manca una cultura artistica, e io credo che sarebbe utile ci domandassimo che cos è l arte, non è unesrcizio accademico, ma definire cos è l arte è un impegnativo esrcizio che abbisogna anche di onestà itelettuale e sopratutto mette in crisi definizioni acquisite a volte superficiali e inesatte perchè loccorre possedere un linguaggio o crearlo per comunicare e arte secondo me è comunicare ma nello stesso tempo narrare descrivere ma sopratutto avvicinarsi o avvicinare l altro.

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  2. proporre sicuramente sempre... poi l'editore valuterà se scegliere la via nuova o la vecchia. Quasi sempre ,per la scolastica, mi sembrano poco propensi all'innovazione, perciò è in noi la scelta :proseguire limitando i danni personali o fermarsi e rinunciare. Chiaramente anche il lato economico deve essere chiaro e congruo al tipo di nostra proposta-

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