mercoledì 18 giugno 2014

Illustrazione naturalistica e scientifica oggi: testo integrale dell'intervista

Ripescato nel mio archivio, vi riporto qui il testo integrale dell'Intervista sul tema dell'Illustrazione Naturalistica rilasciata lo scorso anno ad Anna Sustersic per ScienzainRete.



D - Il disegno naturalistico è nato come inevitabile compagno della ricerca naturalistica, testimonianza di mondi esotici e sconosciuti, collettore di particolari individuati dall'autore e unico modo per trasmettere informazioni sulla Natura permettendo di identificarne la varietà. Il disegno naturalistico è nato con la volontà di riprodurre nella maniera più oggettiva possibile un mondo nuovo che stava venendo scoperto. Oggi gli strumenti di cui si avvale la ricerca sono sempre più di tipo digitale, foto, video e computer grafica, oggi il disegno naturalistico svolge ancora un ruolo peculiare come strumento didattico/scientifico? 


R - Mi sono posta spesso questa domanda, riflettendo sul senso attuale della mia professione. È vero, oggi esistono mezzi apparentemente più oggettivi di riproduzione della realtà naturale e scientifica. 

Ho usato però di proposito l’avverbio “apparentemente”, poiché a mio parere le immagini offerteci tramite tali mezzi si rivelano il più delle volte insufficienti all’occhio della maggioranza del pubblico utente, a vari livelli, della divulgazione scientifica e naturalistica. 

Faccio un paio di esempi. 

1) Dal “micro” al “macro” cosmo (ossia tramite micro- e telescopi anche di nuova generazione) ci giungono immagini comunque artefatte, catturate utilizzando vari metodi di contrasto: i colori che vediamo in tali immagini non sono dunque in ogni caso necessariamente reali. La forma stessa degli elementi descritti risulta ai nostri occhi (parlo sempre riferendomi al grande pubblico) non sufficientemente distinta ai fini di cogliere la struttura degli elementi stessi. Ecco allora che per descrivere didatticamente la struttura di una cellula, di un atomo, di un corpo celeste, l’illustrazione è ancora mezzo privilegiato e insostituibile. 

In questo senso anche alcune Illustrazioni Anatomiche risultano didatticamente più efficaci delle fotografie; lo dimostra il fatto che in tutti i testi di anatomia per i corsi universitari le illustrazioni ricoprono tuttora oltre l’80% delle immagini interne. 


Cloroplasto (part.) - MEG per Jaca Book


2) Il fattore Tempo. 

Nessuno strumento di ripresa potrà mai restituirci l’immagine di un organismo o di un ambiente che non sono più. 

L’Illustrazione Paleonaturalistica è indispensabile ai fini di mostrarci ambienti ed esseri viventi animali e vegetali ormai estinti. Ricostruzioni in 3D e animate nascono sempre e comunque da un lavoro preliminare eseguito tramite accurate illustrazioni. 

Diciamo poi che spesso i nuovi strumenti di ricerca sono utilissimi alla migliore realizzazione delle illustrazioni. Da un grande numero di fonti fotografiche si ricava una sola illustrazione, quando non sono disponibili soggetti dal vero. Questo avveniva già in passato: prendiamo ad esempio “La Grande Flora a Colori” di Gaston Bonnier, illustrata nei primi anni del ‘900 con una tecnica singolare. Le piante venivano fotografate, ovviamente in bianco e nero, e dai negativi su vetro venivano fatte delle stampe molto chiare, appena visibili. Proprio su queste stampe erano poi apportate a matita alcune modifiche (come restituire freschezza a un fiore appassito, completare una foglia strappata… quasi un fotoritocco!) e infine dato il colore con acquarello o tempera. 

Dunque, a mio parere, sì, il disegno naturalistico (e scientifico) hanno ancora un… brillante presente e un altrettanto probabile futuro. 


da La Grande Flora - G. Bonnier



D - Le tavole di Maria Sybilla Merian e le antiche stampe naturalistiche evocano sensazioni particolari ed esercitano sul nostro immaginario romantico un fascino unico. Fotografie e disegni suscitano emozioni diverse? Perché? E cosa dà al disegno quel fascino particolare? 


R - Davanti a una fotografia di Frans Lanting si rimane a bocca aperta e anch’essa indubbiamente evoca qualcosa dal profondo. Quando la fotografia naturalistica diviene arte come in questi casi, credo che le emozioni generate siano molto simili. 

Penso che differente sia però l’impatto visivo. La fotografia è senza dubbio sempre più rapida (i termini “scatto”, “istantanea”, già ne rendono l’idea…) non solo nella sua realizzazione – anche se in realtà penso che per realizzare alcuni capolavori fotografici sia necessario un lavoro preliminare molto accurato – ma anche nell’atto di comunicare. 

Difficilmente davanti a un paesaggio naturalistico fotografico di Lanting, per rimanere sull’esempio precedente, ci soffermiamo a osservare i minimi dettagli come invece avviene davanti a una tavola di Robert Bateman, e lo stesso avviene per le antiche quanto suggestive illustrazioni della Merian: quanto ci attrae è la cura del dettaglio, la singola sfumatura… mentre nell’immagine fotografica della medesima pianta siamo forse più portati a cogliere la bellezza dell’insieme. 


Beccaccia - MEG per Jaca Book - Acquarello e tempera



D - Disegno e fotografia naturalistica hanno obiettivi comunicativi diversi? 


R - Mi riallaccio alla domanda precedente. Sì, in parte sì. Secondo me proprio per le differenti caratteristiche insite nei due mezzi. La fotografia di per sé mi sembra colga un attimo particolare di quel soggetto, animale o vegetale che sia; un fugace, unico, spesso affascinante aspetto della sua esistenza. 

L’illustrazione invece mi pare prolungare indefinitamente il suo essere completo nel tempo. 

Non solo a livello iconografico (è possibile ad esempio dipingere un albero simultaneamente nelle sue quattro stagioni, mentre per ottenere lo stesso effetto in fotografia sono necessari quattro differenti scatti eseguiti a grande distanza di tempo fra loro e montati in postproduzione), ma proprio – come dicevo prima – per quella particolare “lentezza” comunicativa che più facilmente ci porta a “conoscere” il soggetto nella sua forma ideale, nella sua essenza assoluta anziché relativa ad un istante. 


Stagioni - MEG - Acquarello e tempera



D - Quanto impiega a fare un disegno? 


R - Naturalmente dipende da vari fattori, quali la dimensione della tavola e la tecnica utilizzata. 

Una piccola tavola botanica richiede al massimo una giornata di lavoro, mentre per una grande ambientazione possono essere necessari anche quindici-venti giorni… parlando di tavole eseguite a mano. 


Carbonifero - MEG per Jaca Book - Acquarello e tempera



D - Le sue illustrazioni naturalistiche sono un ottimo strumento didattico per chi vuole osservare la Natura e d’altra parte richiedono all’autore la disponibilità a conoscerla e studiarla. Disegnare la Natura e i suoi abitanti è stato per lei didatticamente interessante? 


R - Assolutamente sì. Per quanto mi riguarda posso dire che fin da bambina amavo osservare e riprodurre istintivamente in disegno soprattutto gli animali. Iniziando la mia professione, al termine degli studi accademici, proprio come illustratrice naturalistica, mi sono veramente appassionata alle Scienze Naturali. Per una serie di circostanze non mi è stato possibile frequentare – come avrei desiderato – il relativo corso universitario, ma per ogni singolo soggetto da rappresentare fin da allora ho cercato di dedicare giornate di studio e confronto, al punto che un animale o un piccolo fiore divengono a un certo punto quasi… di famiglia!


Martora - MEG - Acquarello



2 commenti:

  1. Bellissime illustrazioni e bella intervista!

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    1. Ti ringrazio, Maria Elena! Spero prima o poi di poter condividere qualche ora di disegno e pittura con un'artista del tuo calibro!

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